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100 anni della Società di Concerti “Bartolomeo Cristofori”

Gli Amici della Musica di Padova  ricordano i 100 anni della Società di Concerti “Bartolomeo Cristofori”

Nasceva cento anni fa, agli inizi del 1920, la  Società di Concerti “Bartolomeo Cristofori”, che per un quarantennio fu la principale animatrice della vita e della cultura  musicale di Padova e che vive oggi nel nome dell’associazione Amici della Musica di Padova.

La Società fu fondata, nel clima di ripresa della vita culturale dopo gli anni difficili della guerra, da personalità della vita civile e culturale di Padova, i cui nomi erano legati a quello dell’Istituto Musicale Cesare Pollini, come il presidente Bruno Bonelli Bonetti, Sergio Leoni, il pianista Renzo Lorenzoni etc.

L’intenzione fu quella di celebrare così anche il padovano  Bartolomeo Cristofori (1655-1732) e la sua  “invenzione“ del pianoforte (da lui chiamato all’epoca “gravecembalo col piano e forte”).

Gli ideali artistici che ispiravano la nuova Società erano gli stessi di quelli di Cesare Pollini e dell’Istituto Pollini (1878), ideali condivisi all’epoca dalle varie Società del Quartetto che sorsero a Firenze (1861) e a Milano (1864) con lo scopo di valorizzare la musica pura, la musica strumentale ed in particolare il repertorio da camera e anche quello sinfonico, per sottrarre l’Italia al dominio dell’opera ed aprirla di nuovo alle esperienze europee più avanzate.

Prese il via così dal 1921 una attività di assoluto rilievo internazionale, che si caratterizzò sia per le prestigiose presenze  concertistiche che per l’ampiezza, la ricerca e l’apertura dei programmi. Negli anni che vanno dal 1921 alla seconda guerra mondiale Padova e la sala di concerti di allora in via Leoni, divenne così un punto di riferimento in Italia, con dei cartelloni degni di qualsiasi capitale europea. Valga ricordare, fra i tanti, i nomi dei più grandi pianisti (Rubinstein, Serkin, Zecchi, Petri, Cortot, Backhaus, Kempff), violinisti (Szigeti, Thibaud, Milstein, Busch), quartetti d’archi (Busch, Kolisch, Rosé, Lehner, Budapest, Amar …) ma anche di grandi orchestre sinfoniche (Augusteo, Vienna, Budapest, Praga …) che, con direttori come Gui, Molinari, Marinuzzi, Guarnieri, Kabasta,Talich, von Dohnanyi, Szell, si esibirono per molte stagioni sinfoniche al Palazzo della Ragione.

Ma la “Bartolomeo Cristofori“ si segnalò anche per l’apertura alla musica contemporanea  e valga ricordare il “Pierrot lunaire“ di Schönberg nella tournée organizzata nel 1924 da A. Casella e  “Les Noces “ di Stravinskij nel 1927. Importanti anche le “integrali“ o i cicli tematici pluriannuali, che troviamo nella programmazione (per esempio il Quartetto Busch presentò i quartetti di Beethoven in un ciclo memorabile tra il 1923 e il 1924).

Dopo gli anni della seconda guerra mondiale la “Bartolomeo Cristofori“ riassunse una progettualità di alto profilo artistico e seppe anche, con acuta intuizione, individuare i maggiori talenti della nuova generazione di strumentisti italiani (A.B. Michelangeli, Quartetto Italiano, Trio di Trieste, duo Gorini-Lorenzi, I Musici, Quintetto Chigiano, etc.).

Dal 1945/46 entra in campo a Padova  un nuovo soggetto musicale, il Centro universitario d’arte, che affiancò le sue stagioni accanto a quelle della “Bartolomeo Cristofori” fino a quando, nel 1952, la Presidenza del Consiglio invitò i due organismi a coordinarsi e poi (1957) a fondersi, prendendo il nome di “Amici della Musica di Padova”. 

In questo processo il ruolo della “Bartolomeo Cristofori” progressivamente lasciò spazio ai giovani del Centro d’arte, che diedero il  preminente apporto ideativo, economico e organizzativo fino al 1975, anno in cui la “Bartolomeo Cristofori” si estinse, a seguito della trasformazione in Conservatorio del vecchio Liceo Musicale “C. Pollini.”

Si chiudeva così una  storia  gloriosa, documentata nelle ricerche di M. Massaro, di cui gli Amici della Musica di Padova sono orgogliosi di essere oggi gli eredi e che verrà celebrata il 27 gennaio 2021 con un concerto del Quartetto Auryn che riproporrà lo stesso programma beethoveniano, che cento anni prima aveva eseguito il Quartetto Busch.

 

 

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