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ANDREAS OTTENSAMER – JULIEN QUENTIN



clarinetto – pianoforte

Programma

J. Brahms (1833-1897)
Sonata n. 1 in fa min., op. 120
Allegro appassionato. Sostenuto ed espressivo – Andante un poco Adagio – Allegretto grazioso. Trio – Vivace

F. Chopin (1810 – 1849)
Preludio n. 15 La Goccia d’acqua in Re bem. magg., op. 28

C. Debussy (1862 – 1918)
Mouvement’ da Images L 105 (piano solo)

F. Mendelssohn (1809 – 1847)
Selezione da Romanze senza parole (arr. A. Ottensamer)

F. Liszt (1811 – 1886)
Sonetto 123 del Petrarca da Années de pèlerinage S 161
Lento placido – Sempre lento – Più lento

 S. Rachmaninoff (1873 – 1943)
Preludio n. 12 in sol diesis min., op. 32

J. Horovitz (*1926)
Lento, quasi andante dalla Sonatina per clarinetto e pianoforte

 G. Gershwin (1898 – 1937)
Preludio n. 1 dai Three Preludes (arr. A. Ottensamer)

Una sostituzione speciale, quella di questa sera, che vedrà sul palco della Filarmonica Andreas Ottensamer, primo clarinetto dei Berliner Philarmoniker, accompagnato dal pianista Julien Quentin.
Andreas Ottensamer ha catturato pubblico e critica con la sua spiccata musicalità e versatilità come clarinettista e direttore d’orchestra. Si esibisce come clarinetto solista nelle principali sale da concerto di tutto il mondo con orchestre come i Wiener Philarmoniker, la Mahler Chamber Orchestra, la London Philharmonic con Mariss Jansons, Sir Simon Rattle, Andris Nelsons, Yannick Nezet-Seguin, Daniel Harding e Lorenzo Viotti. Le sue collaborazioni artistiche come musicista da camera includono lavori con Yuja Wang, Seong-Jin Cho, Lisa Batiashvili, Patricia Kopatchinskaja, Gautier Capuçon e Sol Gabetta. Insieme al pianista José Gallardo, Ottensamer è direttore artistico del Bürgenstock Festival in Svizzera. Andreas Ottensamer ha una partnership di registrazione esclusiva con la Deutsche Grammophon, che lo rende il primo clarinettista in assoluto sulla Yellow Label. Per il suo ultimo album Blue Hour, con opere di Weber, Mendelssohn e Brahms, ha collaborato con la Filarmonica di Berlino diretta da Mariss Jansons e Yuja Wang e ha ricevuto il suo secondo premio Opus Klassik come strumentista dell’anno. A Trento, ad accompagnarlo al pianoforte, sarà l’inseparabile pianista francese Julien Quentin, affermatosi come musicista versatile e sensibile, mostrando grande maturità ed equilibrio. La sua notevole profondità e chiarezza del suono, uniti a una tecnica impeccabile, lo rendono un artista molto richiesto come solista e come musicista da camera.

Note al programma

Il concerto di questa sera “prende il la” dalla Sonata in fa minore di Brahms, introdotta brevemente dal pianoforte, prima che il clarinetto enunci il tema principale, su un accompagnamento arpeggiato. Il colore autunnale prosegue con l’introduzione di ulteriore materiale tematico, il suo sviluppo e la ricapitolazione, e una coda espressiva. Le strutture dense del pianoforte e la prevalente malinconia suggerita dal timbro del clarinetto ci portano nel movimento lento, Andante un poco adagio, dopo il raggio di sole che aveva segnato la fine del primo movimento. L’atmosfera è quella di un notturno d’estrema raffinatezza melodica. Con una melodia dolcemente discendente, l’umore si illumina e la tonalità maggiore continua nel delicato Allegretto grazioso dal sapore viennese, con il suo trio che esplora il registro più basso del clarinetto. Il pianoforte inizia il Vivace, con l’andamento di un rondò e una elegante melodia intonata alternativamente dal pianoforte o dal clarinetto. Con un salto al 1981 si arriva alla Sonatina per clarinetto di Horovitz, scritta per Gervase de Peyer. Un primo movimento ingannevolmente rilassato, introduce l’episodio Lento di una bellezza mozzafiato, con le note più basse dello strumento impegnate in una lunga cantilena su un lento accompagnamento di accordi suonati dal pianoforte. Lo stile compositivo della Sonatina, come quello delle opere da concerto di Gershwin, rivela influenze melodiche e ritmiche del jazz, pur rimanendo fedele al modello a tre movimenti tradizionalmente associato alle sonate: un movimento veloce in forma sonata è seguito da un movimento lento, con un energico rondò nel finale. Lo stile di Gershwin, che combina ragtime, blues, jazz e musica classica, oggi suona profondamente “americano”, ma ai suoi tempi gli accordi e le scale che usava erano a dir poco bizzarri. Il primo preludio Allegro ben ritmato e deciso si apre con il pianoforte che enuncia in modo brillante e diretto una frase blues di cinque note. Il clarinetto, in questo caso, risponde con uno strascico sornione, come un occhiolino. L’atmosfera latina del brano è data dai ritmi brasiliani del baião, affidati al pianoforte.  Quando si parla di clarinetto, tendiamo a pensare ad una musica con un legato senza sforzo, infinite linee melodiche e chi meglio di Andreas Ottensamer, può far cantare questo strumento?

Alessandro Arnoldo


Info e Biglietti
Event Details