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FRANCESCA DEGO – FRANCESCA LEONARDI



violino & pianoforte

Francesca Dego violino
Francesca Leonardi pianoforte

G. Rossini (1792-1868)
Un mot à Paganini elegia per vl e pf 

W.A. Mozart (1756-1791)
Sonata n. 40 in Si bem. magg. K 454
Largo – Allegro
Andante
Rondò. Allegretto 

C. Franck (1822-1890)
Sonata per vl e pf in La magg.
Allegretto ben moderato
Allegro 
Recitativo-Fantasia: Ben moderato. Largamente con fantasia 
Allegretto poco mosso 

M. Castelnuovo-Tedesco (1895-1968)
Rosina e Figaro, parafrasi operistiche dal Barbiere di Siviglia di G. Rossini 

Un duo tutto da ascoltare che si esibisce da più di dieci anni ed il cui repertorio spazia dalla musica barocca alla contemporanea. A Trento due giovani Francesche, affascinanti concertiste ormai notissime sul panorama internazionale: Francesca Dego e Francesca Leonardi. Francesca Dego è considerata ambasciatrice della nuova generazione di violinisti italiani, che si stanno facendo conoscere in tutto il mondo. Apprezzata per le sue sonorità, per le interpretazioni convincenti e la tecnica impeccabile, vanta un curriculum di rilievo avendo iniziato giovanissima, appena undicenne, a esibirsi con le più prestigiose orchestre e ricevendo inviti da tutto il mondo. Recentemente scritturata dalla Chandos Records, il suo primo disco per l’etichetta onora l’eredità di Niccolò Paganini con una registrazione di opere ispirate al grande violinista ed eseguite sul suo violino, il leggendario “Cannone”. È regolarmente ospite delle più prestigiose orchestre internazionali. Suona su un prezioso violino di Francesco Ruggeri (Cremona 1697). Francesca Leonardi, figlia d’arte, è stata la prima donna italiana a registrare per la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon. Fin da giovanissima si è segnalata in diversi concorsi pianistici nazionali e internazionali vincendo quattordici primi premi. Dopo aver debuttato a 16 anni, si è esibita come solista con molte orchestre italiane ed estere. Sin dalla più tenera età Francesca ha dimostrato entusiasmo e passione per l’insegnamento e seguendo questa passione è diventata docente di musica da camera al Conservatorio di Novara. Insieme, compongono un duo che negli undici anni di collaborazione ha costruito un’affinità e un equilibrio speciale. Entrambe ormai con una carriera internazionale e richieste dai maggiori teatri, con la loro disinvoltura, l’abilità espressiva e la collaudatissima intesa, donano alle esecuzioni naturalezza, omogeneità e precisione.

Note al programma 

Dopo il successo del Guillaume Tell, Rossini smise di comporre melodrammi e si dedicò, per lo più, a brani strumentali più brevi che chiamò Péchés de vieillesse (Peccati di vecchiaia). Nel nono volume di questi pezzi compare Un mot à Paganini, un Andante sostenuto che per certi versi somiglia a una delle più espressive e serie arie liriche del compositore pesarese, perfettamente a proprio agio con lo strumento. 

Da Parigi a Vienna con la Sonata n. 40 di Mozart, scritta per la Regina Strinasacchi, violinista italiana. La Sonata è introdotta da un tempo lento (Largo), che ben presto sfocia in un Allegro staccato e brillante che coinvolge i due strumenti. L’Andante offre all’ascoltatore un momento di serena riflessione, prima di passare al virtuosismo di entrambi gli strumenti nel Rondò finale.  

Il matrimonio del violinista Eugène Ysaÿe ispirò l’unica Sonata per violino di Franck. All’epoca (1886) Franck era conosciuto principalmente come organista e il riconoscimento che ottenne negli ultimi anni della sua vita si deve in gran parte ai suoi sostenitori, come Ysaÿe. Il tema di apertura inizia con una “cellula generatrice” di tre note che permea l’opera. Il seguente Allegro contrappone un inizio energicamente ascendente con un secondo soggetto discendente che rispecchia l’incipit del brano. La brillantezza di questo movimento Allegro contrasta piacevolmente con il primo movimento poetico e con il terzo movimento elegiaco, illuminato da una svolta armonica inaspettata. La forma di canone del Finale accanto alla lineare trasparenza della melodia, contribuisce a creare il clima migliore per concludere l’opera.  

La fantasia su temi dell’opera di Rossini Il Barbiere di Siviglia è ispirata ai due protagonisti dell’opera, Rosina e Figaro. Castelnuovo – Tedesco compone queste variazioni in omaggio all’Italia, dopo esser stato costretto ad andare negli Stati Uniti per l’introduzione delle leggi razziali. Questa fantasia, brillante, virtuosistica, a tratti apertamente caricaturale a metà strada tra variazioni e trascrizione, è come una sintesi dei due mondi: quello dell’opera, simbolo della musica italiana nel mondo e quello degli interpreti e dedicatari “americani” della sua musica.  Alessandro Arnoldo 


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