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Quartetto d’archi

Goldmund Quartet
Florian Schotz violino
Pinchas Adt violino
Christoph Vandory viola
Raphael Paratore voloncello

W.A. Mozart Divertimento in Fa magg. K138
F. Schubert Quartettsatz in do min. D703
A. Dvorak Quartetto n. 12 op. 96

“Una musicalità altamente individuale che parla al pubblico.”

Il Goldmund Quartet, composto da Florian Schötz e Pinchas Adt (violini), Christoph Vandory (viola) e Raphael Paratore (violoncello) è considerato uno dei migliori quartetti d’archi d’Europa. La loro naturalezza, l’intonazione incredibilmente precisa e il fraseggio elaborato nei minimi dettagli entusiasmano il pubblico di tutto il mondo. Dal suo debutto al Prinzregententheater di Monaco di Baviera, il quartetto si è esibito in vari festival internazionali come il Festival Aix-en-Provence, l’Edinburgh International Festival, lo Schleswig-Holstein Music Festival, in prestigiose sale da concerto dalla Phillips Collection di Washington alla Shanghai Concert Hall dal Musikverein Graz alla Elbphilharmonie di Amburgo. Premiato nel 2018 alla prestigiosa String Quartet Competition della Wigmore Hall e vincitore nello stesso anno della Melburne Internetional Chamber Music Competition, il Quartetto Goldmund è stato nominato Rising Stars dall’European Concert Hall Organization. Nel 2020, la prestigiosa etichetta discografica Berlin Classics ha pubblicato il terzo album del Quartetto, dal titolo Travel Diaries (opere di Wolfgang Rihm, Ana Sokolovic, Fazil Say e Dobrinka Tabakova), che Harald Eggebrecht ha definito “uno dei CD per quartetto d’archi più vivaci e stimolanti degli ultimi tempi (Süddeutsche Zeitung). Formati sotto la guida di Günther Pichler dell’Alban Berg Quartett alla Escuela Superior de Música Reina Sofia e dell’Artemis Quartet di Berlino, i Goldmund si sono perfezionati con i quartetti Hagen, Borodin, Belcea, Ysaÿe e Cherubini, Ferenc Rados, Eberhard Feltz e Alfred Brendel. Nei prossimi giorni prenderà il via un grande tour nel Nord America, con concerti a Boston, Montreal, Ottawa, Kansas City. La Nippon Music Foundation ha premiato l’ensemble con il Quartetto Paganini, quattro strumenti Stradivari.

Note al programma

Questo divertimento riflette l’innocenza della giovinezza di Mozart. Il genere è quello della musica di intrattenimento che dovrebbe compiacere l’orecchio piuttosto che esprimere diverse sfumature di emozione (Koch). Definizione a parte, la bellezza della composizione rimane chiara più di duecento anni dopo. Nello stile del compositore operistico che era destinato a diventare, le linee melodiche del primo violino prendono il comando nei primi due movimenti, cedendo un po’ di spazio agli altri archi nel movimento conclusivo del rondò 

Durante i suoi primi anni, Schubert compone undici quartetti che evidenziano grandi doti melodiche, ma è con la composizione del Quartettsatz (movimento di quartetto) e dei suoi ultimi tre quartetti che Franz dimostra la padronanza del genere. Questo movimento inizia con un tema drammatico e agitato che lascia il posto a materiali più lirici che non privano l’opera del suo slancio.  Un’ultima breve dichiarazione del tema iniziale fa pensare ad un seguito, ma l’autore ci sorprende con una conclusione improvvisa.  

Di gran lunga il più popolare dei quartetti di Dvořák, l’Americano riflette l’obiettivo di “scrivere qualcosa di veramente melodioso e semplice”. Il primo movimento si apre sui trilli con un assolo lirico della viola. I due temi principali attingono alle scale pentatoniche (fa, sol, la, do, re), che si trovano spesso nella musica popolare (non solo americana). Il Lento è uno dei più evocativi di Dvořák. La sua malinconica melodia si muove gradualmente fino ad un climax appassionato prima di dissolversi in una chiusura sommessa, con la nostalgica melodia al violoncello per l’ultima volta accompagnata da note pizzicate. Il terzo movimento è costituito da un unico tema ritmico e comprende due segmenti contrastanti – una sezione vivace in Fa maggiore e un’altra in fa minore. Il movimento contiene, inoltre, una variante del soggetto principale esposta più volte nel registro superiore del primo violino: la riproduzione del canto di un uccello della campagna americana (tanager scarlatto). Il Finale propone un modello ritmico che può richiamare i tamburi dei nativi indiani. Il primo violino danza con una gioiosa melodia sopra il suo battito continuo. A metà del movimento il tempo rallenta e Dvořák introduce un corale, probabilmente ispirato ad uno degli inni che gli piaceva suonare all’organo. Dopo il corale, una riaffermazione del primo tema porta ad un felice finale.  Alessandro Arnoldo 


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