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QUARTETTO CALIDORE



quartetto

Quartetto Calidore

 

Jeffrey Meyers violino
Ryan Meehan violino
Jeremy Berry viola
Estelle Choi violoncello

 

L. van Beethoven (1770 – 1827)
Quartetto op. 18 n. 6 in Si bem. magg.
I. Allegro con brio
II. Adagio, ma non troppo
III. Scherzo. Allegro
IV. Adagio “La Malinconia”
V. Allegretto quasi Allegro

 

S. Barber (1910 – 1981)
Quartetto in si min. op. 11
I. Molto allegro e appassionato
II. Molto adagio
III. Molto allegro – Presto

 

B. Smetana (1824 – 1884)
Quartetto n. 1 in mi min.
I. Allegro vivo appassionato
II. Allegro moderato à la Polka
III. Largo sostenuto
IV. Vivace

 

Fondato alla Colburn School di Los Angeles nel 2010 il Calidore String Quartet, ha vinto i primi premi in quasi tutti i maggiori concorsi di musica da camera degli Stati Uniti e non solo. Destinatario di un Avery Fisher Career Grant (2018) e di un Lincoln Center Emerging Artist Award (2017), il Calidore String Quartet è stato il primo ensemble nordamericano a vincere la Borletti-Buitoni Trust Fellowship, è stato un BBC Radio 3 New Generation Artist. I punti salienti della stagione 21-22 includono ritorni a Wigmore Hall, Alice Tully Hall e alla Philadelphia Chamber Music Society. Nelle ultime stagioni ha tenuto concerti nelle sale di tutto il Nord America, Europa e Asia, tra cui Carnegie Hall, Kennedy Center, BOZAR di Bruxelles, Kumho Art Hall di Seoul, e in importanti festival tra cui BBC Proms, Verbier, Ravinia. Il secondo album del Calidore String Quartet per Signum Records, intitolato Babel, è uscito nell’ottobre 2020 e presenta opere di Schumann, Shostakovich e Caroline Shaw. The Strad ha selezionato l’album come Editor’s Choice, commentandolo come mozzafiato…un disco universalmente impressionante. Come appassionato sostenitore dell’educazione musicale, il Calidore String Quartet si impegna a fare da mentore ed educare giovani musicisti, studenti e pubblico. Nel 2021 il Calidore si è unito alla facoltà dell’University of Delaware School of Music ed è responsabile della neonata Graduate String Quartet Residency. In precedenza sono stati Artist in Residence presso le Università di Toronto e del Michigan e alla Stony Brook University. Il nome dell’ensemble è una fusione di California e doré (dorato in francese) e rappresenta la sua ammirazione per le diverse culture e il forte sostegno che ha ricevuto dalla sua prima casa: Los Angeles, California, lo stato dorato. Capaci nelle loro interpretazioni di un’intensità sobria ma implacabile con un suono, un equilibrio e una personalità di certo unici e sorprendenti per il pubblico di Via Verdi.

 

Note al programma

La tonalità di Sib magg. nelle mani di Beethoven è serena e agile come dimostra l’apertura gioiosa del Quartetto. Le parti del primo violino e del violoncello sono in dialogo tematico, mentre le altre custodiscono il tempo. Il secondo tema è simile a una marcia e l’esposizione conduce a un finale vigoroso. L’Adagio è un viaggio armonico lento e intricato, ricco di colpi di scena. Lo Scherzo diverte con sincopi e varietà dinamica. Le dolci battute iniziali de La Malinconia suonano come un lontano richiamo di corno, la scrittura è misteriosa, spettrale e triste. L’Allegretto, energico, ci dà la sensazione di essere rientrati dopo uno strano viaggio. Non ci siamo ancora liberati della malinconia, che ritorna come un triste ricordo. L’ultima sezione sfreccia verso un finale glorioso.
Nel Quartetto Barber attinge in modo astratto all’idealismo e romanticismo dell’animo americano. Il brano è composto da movimenti esterni speculari, ancorati dall’Adagio (successivamente scritto per orchestra d’archi). Il primo movimento inizia con un tema trainante che rivela una melodia ingannevolmente semplice e poi lascia il posto a una specie di inno simile ad una di quelle chiese bianche costruite su una strada di campagna. L’Adagio è come un respiro intenso che cresce fino a raggiungere il suo apice e che porta a una lunga e lenta espirazione. L’ultimo movimento è un’eco abbreviata del primo e alla fine non si è del tutto sicuri che sia finito, come se dovesse rimanere qualcosa sotto la nuvola dietro cui è scomparso.
Z mého zivota (Dalla mia vita). “Per quanto riguarda lo stile del mio Quartetto, lascio volentieri il giudizio ad altri e non mi arrabbio se non lo gradiscono, perché è contrario allo stile convenzionale della musica per quartetto”, scrisse Smetana “volevo rappresentare in note il corso della mia vita”. Il movimento d’apertura raffigura “l’inclinazione all’arte della mia giovinezza, il romanticismo predominante e anche una sorta di avvertimento in quel fatidico fischio dei toni più alti nel mio orecchio, che annunciava la mia sordità”. “La Polka mi riporta alla mia giovinezza quando frequentavo il mondo della moda”. L’ardente e lirico terzo movimento “riporta alla mente la beatitudine del mio primo amore per la ragazza che poi è diventata la mia moglie”. Il finale inizia come una gioiosa danza che viene bruscamente interrotta da quell’alto fischio di presagio. Seguono frammenti del primo movimento e il movimento si conclude con un’eco sfumata della danza. Alessandro Arnoldo


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