
Monk in pieces
MONK IN PIECES
di Billy Shebar
con Meredith Monk, Björk e David Byrne
Proiezione Cinematografica
Meredith Monk Leone d’oro alla carriera Biennale Musica 2025
Monk in Pieces, film diretto da Billy Shebar, racconta la storia della compositrice e performer Meredith Monk, che ha superato i confini e i critici a lei ostili per diventare una delle più grandi artiste del suo tempo.
La profonda influenza culturale della compositrice, performer e artista interdisciplinare Meredith Monk viene spesso trascurata.
Come artista femminile, ha dovuto lottare per il riconoscimento e le risorse nella scena artistica del centro di New York dominata dagli uomini negli anni ’60 e ’70. Le prime recensioni di “The New York Times” erano viziose e sessiste, con Clive Barnes che la chiamava “una disgrazia per il nome del ballo” e John Rockwell che diceva che era “così sinceramente strana in un modo da ragazzina talentuosa”.
Eppure, come dice il suo celebre contemporaneo Philip Glass: “Lei, tra tutti noi, era – ed è ancora – quella dotata in modo unico.”
Monk in Pieces è un mosaico che rispecchia la struttura del suo lavoro e illumina il suo vocabolario di suoni e immagini selvaggiamente originale. Nei capitoli finali del film, Monk affronta la mortalità. La vediamo cautamente affidare il suo capolavoro “Atlas” al regista Yuval Sharon e alla cantante Joanna Lynn-Jacobs per una nuova produzione con la Los Angeles Philharmonic. Per 60 anni, Monk ha diretto ed eseguito in tutte le sue opere; ora deve imparare a lasciarsi andare. Che cosa accadrà a queste singolari creazioni dopo la sua morte?
