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FESTIVAL STRINGS LUCERNE



violino – orchestra d’archi

Daniel Dodds, leader violin – Leia Zhu violino

O. Respighi

(1879-1936)
Antiche danze e arie per liuto. Suite n. 3 per orch. d’archi

I. Strawinsky
(1882-1971)
Suite Italienne (arr. di S. Dushkin)

H. Wieniawski
(1835-1880)
Fantasia su temi dal Faust, op. 20 (arr. di W. Birtel, 2008)

 P. Caikovski
(1840-1893)
Serenata per orchestra d’archi in Do magg., op. 48

Un’incursione rara, questa, per la Filarmonica di Trento che qui ospita una serata non strettamente cameristica, ma condotta da un’orchestra-simbolo di una città musicale come Lucerna, i Festival Strings Lucerne. Siamo di fronte a uno dei più illustri gruppi orchestrali ‘da camera’ d’Europa, riconosciuto per le sue preziose registrazioni e tournée in tutto il mondo. Direttore artistico e leader dell’orchestra dal 2012 è il violinista Daniel Dodds che ha chiamato a collaborare col proprio gruppo (come ospite principale) una violinista giovanissima, la quindicenne Leia Zhu nata nel 2006 a Newcastle in Inghilterra da genitori cinesi. Una tradizione che si ripete, quella dei violinisti prodigio, ma che non smette di stupire come hanno dimostrato i centinaia di concerti già tenuti da Leia Zhu ormai in più di quindici paesi diversi del mondo. The violin girl, come viene ora chiamata, si muove agilmente su ogni tipo di social dove posta con regolarità i video dei suoi concerti. Una vita già lunga, cominciata a quattro anni con una maturità artistica raggiunta subito. A dieci anni, nel 2016, suonava sotto la direzione di Maxim Vengerov nell’Orchestra Nazionale del Belgio al Bozar; nel 2018 con la Trans-Siberian Art Festival di Vadim Repin; nel 2019 si presentava in Israele con il Tel Aviv Soloists Ensemble. Spagna, Stati Uniti, Germania, Svizzera e ora Italia, pronta ad incantare sempre con passione il pubblico di Trento.

Note al Programma

Dallo studio di opere per liuto del XVI e XVII secolo, Respighi ricava tre suites per orchestra d’archi, chiamandole Antiche danze e arie per liuto. La terza tende alla malinconia e inizia con una danza Italiana, una gagliarda avvolta nella nebbia degli archi. Seguono le Arie di corte: le viole cantano accompagnate dal pizzicato del violoncello; i violoncelli suonano bordoni di cornamusa; gli archi brillano di splendore inneggiante. La Siciliana prende il movimento di un fiume, dapprima calmo, poi in piena. Infine, la Passacaglia: i pizzicati della chitarra diventano stravaganti intrecci d’archi. Dopo la guerra lo stile di Stravinsky subisce un cambiamento radicale: ensemble più snelli e un rinnovato riguardo per la musica del passato, qualità che ritroviamo in Pulcinella. Ispirato alle musiche di Pergolesi o presunte tali, questo balletto diviene una delle sue opere più popolari, originando una serie di arrangiamenti, compresa questa Suite Italienne. La suite inizia con l’Introduzione, in cui possiamo sentire l’alternanza barocca tra orchestra e un piccolo gruppo di solisti. La Serenata è una tranquilla pastorale lievemente malinconica. L’umore si rialza nella Tarantella con il suo ritmo vorticoso. Il Minuetto e finale è a metà tra l’elegia e la più orgogliosa marcia e si sviluppa fino a esplodere in una fanfara. Mentre il brano volge al termine, si volta indietro: un semplice richiamo dall’ouverture. La Fantasia di Wieniawski, ispirata al Faust di Gounod, è in cinque sezioni con un breve finale. Dopo una cupa apertura del pianoforte, il solista suona una cadenza prima di continuare con il Rien! En vain j’interroge dal I atto. Si procede con un passaggio più lirico basato su Ô sainte médaille di Valentin. La terza sezione introduce Le veau d’or dal II atto di Méphistophélès. Il duetto del III atto tra Faust e Marguerite è utilizzato per un episodio più lento prima del brillante finale, basato sul famoso valzer del II atto (Ainsi que la brise légère). Solare nel temperamento, la Serenata per archi trabocca di melodie memorabili. Forti connessioni tematiche collegano il primo e l’ultimo movimento così come i due interni. Scale discendenti e ascendenti caratterizzano questi temi, insieme a riferimenti di melodie popolari russe. Il primo movimento in forma di Sonatina, è incorniciato da una lenta introduzione che ritornerà dopo una vivace sezione centrale. La Valse è un delizioso ricordo del suo brillante dono per la musica da balletto. L’Elegia recupera parte della grandezza dell’introduzione lenta; il suo finale è pura musica popolare russa, dal Tema russo alla balalaika che scandisce il ritmo dell’Allegro con spirito.   Alessandro Arnoldo


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