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ensemble

La Scintilla
Riccardo Minasi
violino solista e direttore
Mahan Esfahani
clavicembalo
Claudius Herrmann
violoncello
Rute Daniela Pereira Fernandes
flauto traverso

___

Baldassarre Galuppi 
Concerto a quattro in sol maggiore
Andante, Allegro, Andante, Allegro assai

 

Antonio Vivaldi 
Concerto per violoncello e archi in la minore RV 421
Allegro non troppo, Largo, Allegro

 

Johann Sebastian Bach
Concerto brandeburghese n. 5 in re maggiore BWV 1050
Allegro, Affettuoso, Allegro

 

Antonio Vivaldi
Concerto per violino e archi in mi minore “Il Favorito” RV 277
Allegro, Andante, Allegro

 

Johann Sebastian Bach
Suite orchestrale n. 2 in si minore BWV 1067
Ouverture: Lentement, Rondeau, Sarabanda, Bourrée I & II, Polonaise & Double, Minuetto, Badinerie

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L’attenzione per la pratica delle esecuzioni storicamente informate è da molti decenni una tradizione del Teatro dell’Opera di Zurigo. Negli anni ’70, Nikolaus Harnoncourt ha aperto la strada, facendo scalpore con il suo ciclo su Monteverdi e ha proseguito poi nel decennio successivo collaborando con il regista Ponnelle per la produzione di molte opere di Mozart. Un grande lavoro che ha permesso ai musicisti dell’Opera di Zurigo di adattare la loro tecnica strumentale alle progressive scoperte nella pratica dell’esecuzione storica. Questo ha portato alla formazione, in seno alla Philharmonia Zürich, di un gruppo di musicisti specializzati nel repertorio barocco e classico che si è costituito ufficialmente nel 1998 con il nome La Scintilla. Oltre alla presenza a Zurigo, l’ensemble si esibisce regolarmente in grandi sale da concerto in tutta Europa e nel mondo, con rinomati solisti, strumentisti e cantanti. Tra le altre pubblicazioni discografiche degli ultimi anni, un CD con le Arie di Mozart con Juan Diego Florez, La sonnambula con Cecilia Bartoli e il DVD della storica esecuzione de Il ritorno d’Ulisse in patria diretto da Harnoncourt. A partire dalla stagione 2018/19 La Scintilla ha iniziato una stretta collaborazione con il violinista e direttore d’orchestra Riccardo Minasi. Direttore principale della Mozarteumorchester Salzburg, Artist in Residence dell’Ensemble Resonanz presso la Elbphilharmonie Hamburg, si è rapidamente affermato come uno dei più interessanti talenti della scena europea degli ultimi anni. Fra le scritture operistiche più recenti si annoverano Così fan tutte per il Festival di Glyndebourne, Les Pêcheurs de perles al Festival di Salisburgo; nella scorsa estate ha presentato la sua edizione critica di Norma al Festival d’Aix-en-Provence. Un ensemble capace di eccellere, sotto la guida di Minasi, per il suono tanto morbido quanto incisivo, che di certo farà scoccare la sua scintilla anche in Filarmonica.

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Note al programma

Nei Concerti di Galuppi, il “Buranello” prese il meglio del XVIII secolo: il solido contrappunto dei suoi maestri (Lotti e Marcello) e le vibranti novità della generazione più giovane. Nel Concerto n. 2 troviamo una raffinata scrittura contrappuntistica e piacevoli linee melodiche, derivate dalla tradizione operistica. Sebbene i dialoghi tra le parti si avvalgano ancora della prassi imitativa della scrittura antica, vi si possono già scorgere stilemi e simmetrie classiche.
Il Concerto RV 421 è la dimostrazione della grande varietà che Vivaldi era in grado di offrire in una forma scelta. Al primo violino, con i suoi ritmi di terzine, risponde una linea del secondo punteggiata. Il movimento lento, per solista e basso, conduce a un finale Allegro in cui il continuo aggiunge carattere ritmico al tutto.
Il quinto Brandeburghese è la prima partitura in cui Johann Sebastian Bach fa ricorso al flauto traverso e non al flauto dolce. Il primo movimento si apre con un energico tema d’insieme, che lascia il posto al trio di solisti (flauto, violino e clavicembalo). La vera star è il clavicembalo, unità portante dell’intero brano, soprattutto nel primo movimento che termina con una sua lunga cadenza. L’Affettuoso offre una piacevole quiete ed è scritto per il solo trio di solisti, senza accompagnamento d’archi. Il terzo movimento è più sbarazzino in 6/8, capace di evidenziare il genio contrappuntistico di Bach.
Quasi tutti i concerti di Vivaldi sono composti da tre movimenti e fanno ampio uso, nelle sezioni veloci esterne, della forma del ritornello, in cui una figura tematica incisiva, suonata dall’intero ensemble si alterna a episodi del solista. Il Favorito proviene dall’op. 11 di Vivaldi: sei concerti che presentò all’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI. Tutti i concerti rivelano un compositore maturo che ha acquisito la padronanza e definito le forme musicali, le strutture e l’orchestrazione del XVIII secolo. Sebbene tutti e tre i movimenti siano di lunghezza quasi identica, il primo presenta una grandezza drammatica che viene esaltata dalla fantasiosa varietà dei passaggi per violino solo. La calda quiete dell’Andante e i ritmi punteggiati del movimento finale ricordano l’Autunno de Le quattro stagioni.
La Seconda Suite di Bach, in sette movimenti, comprende il flauto insieme agli archi e al continuo. L’Ouverture di apertura presenta i caratteristici ritmi punteggiati con eleganti figure ornamentali nella maestosa prima sezione. Qui, nel Rondeau, nella Sarabande e nel Minuetto, il flauto raddoppia principalmente la parte del primo violino, ma nei movimenti che includono una seconda danza interna prima del ritorno a quella di apertura (Bourrée e Polonaise), la danza centrale contiene una parte di flauto più elaborata come nella vivace Badinerie, in moto perpetuo. Alessandro Arnoldo


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