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QUINTETTO S. CECILIA



(DISPONIBILE FINO AL 1 MARZO)

Quintetto S. Cecilia – Leonora Armellini

Nella memoria degli ascoltatori sono ben presenti i virtuosismi strepitosi, le brillanti energie, volteggi e ritmi limpidi quanto aggressivi di trombe, corni, oboi e flauti presenti nelle musiche di Bach, Haendel o Vivaldi d’inizio Settecento. Poi, una troppo lenta evoluzione tecnica, metteva in disparte questi strumenti che per lunghi decenni si limitavano a rafforzare la loro autorità nell’orchestra.

Ed ecco, sul finire dell’Ottocento/inizio Novecento, una rinascita nuovamente strepitosa, non solo nel regno dell’orchestra a firma di Igor Strawinski, ma inaspettatamente nel mondo della musica cameristica, regno assoluto dei ‘nemici’ archi. Un passaggio assicurato e guidato da un ‘Re’ della cameristica, il pianoforte, costretto per forma fisica a suonare in una ‘camera’, orgoglioso di trovare nuovi compagni con i quali condividere i tratti caratteristici dello stile concertante e stimolare impensabili capacità espressive nei nuovi arrivati.

A uno spettacolare Quintetto di fiati di Santa Cecilia, tolto dall’orchestra-simbolo dell’Italia – e qui sostenuto da una giovane stella tutta italiana del pianoforte come Leonora Armellini –, la Filarmonica di Trento ha affidato la lettura di una magistrale pagina del maestro di Strawinski Nicolai Rimsky-Korsakov, forse ancora vagamente sperimentale, seguita da un’opera compiutamente immersa nel camerismo, anche accademico, di Ludwig Thuille fedele apostolo del camerismo più perfetto incarnato da Johannes Brahms.!


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