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TRIO SAVALL, GÜNGÖR, PSONIS



Jordi Savall rebab, ribeca e viola da gamba soprano
Hakan Güngör kanun
Dimitris Psonis santur, oud, chitarra moresca e percussioni

ORIENTE – OCCIDENTE

Dialogo delle Anime
Un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo

Jordi Savall da oltre cinquant’anni fa conoscere al mondo meraviglie musicali rimaste nell’oscurità dell’indifferenza e dell’oblio. Dedito alla ricerca di queste pagine antiche, le legge e interpreta con la sua viola da gamba o in veste di direttore. Le sue attività come concertista, ricercatore e creatore di nuovi progetti, sia musicali che culturali, ne fanno uno dei principali artefici del fenomeno di rivalorizzazione della musica storica. Con la sua partecipazione al film di Corneau Tutte le mattine del mondo (Premio César per la migliore colonna sonora), la sua intensa attività di concertista (circa 140 concerti all’anno), la sua discografia (6 incisioni all’anno) e la creazione di una propria casa discografica, Alia Vox, Savall dimostra che la musica antica non è necessariamente elitaria, ma interessa un grande pubblico di tutte le età, sempre più numeroso e vario. Nominato Ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo interculturale, i suoi programmi di concerto hanno fatto della musica uno strumento di mediazione per l’intesa e la pace tra popoli e culture diverse e talvolta in conflitto. La sua feconda carriera musicale è stata premiata con i più alti riconoscimenti internazionali (Cavaliere della Legion d’Onore della Repubblica francese, Premio Léonie Sonning, considerato il Nobel della musica…). Capace con i suoi ensemble musicali di creare un universo di emozioni e bellezza, offrirà al pubblico di Trento un concerto indimenticabile di musiche maturate tra Oriente e Occidente.

Note al programma

Oriente – Occidente separati da un piccolo trattino, cui ognuno può dare il valore che crede: esclusione, inclusione, identità. La direzione che ci indicano queste melodie, scrupolosamente raccolte da Jordi Savall, è chiara e crea un dialogo fluente di musiche provenienti dalle tradizioni cristiane, ebraiche e musulmane e dall’epoca medievale, quando il Mediterraneo contribuiva a collegare piuttosto che a dividere le culture. All’emozione estetica si aggiunge, quindi, un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.

Secondo lo scrittore libanese Amin Maalouf << Per ridare alla nostra umanità “disorientata” qualche segno di speranza, occorre andare ben al di là di un dialogo delle culture e delle credenze, verso un dialogo delle anime. Questa è una delle missioni insostituibili dell’arte. Ed è ciò che proveremo all’ascolto di queste splendide musiche venute da epoche e da terre diverse. Improvvisamente scopriamo, o riscopriamo, che le civiltà che ci sembravano lontane le une dalle altre, e addirittura nemiche, sono straordinariamente vicine e straordinariamente complici. >>

Strumenti musicali che identificano una tradizione, radicati nel suono e nella cultura dei propri territori: dal rebab, originario dell’Afghanistan e ad arco con un timbro tra i favoriti dell’Impero Ottomano e ancora molto in uso in Turchia, al suo discendente europeo, il rebec, più piccolo e dalla voce più leggera. Dal santur, un salterio iraniano, all’oud, cugino mediorientale senza tasti del liuto. Dal kanun, cetra a forma di trapezio della tradizione araba a tamburi e tamburelli di vario tipo, dimensione e provenienza, percossi con i polpastrelli e i palmi delle mani piuttosto che con bacchette e mazze.

Mettendo insieme questi elementi (strumenti e interpreti esperti) otteniamo un menu completo del sapore della musica tradizionale mediterranea, come poteva essere conosciuta da un viaggiatore in un’epoca precedente al conflitto su larga scala tra queste culture. Questo programma diventa quindi molto più di una semplice indagine storica o di un’esecuzione d’epoca, è un’autentica opera di umanesimo musicale che va oltre la musica, o la musicalità stessa, e che cerca di raggiungere le società ricordando loro gli interessi e la storia comuni.  Alessandro Arnoldo

 

 


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