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pianoforte

C. Schumann (1819 – 1896)

Tre Romanze op. 11

I. Andante

II. Andante und Allegro

III. Moderato
 

R. Schumann (1810 – 1856)

Faschingsschwank aus Wien, op. 26

I.    Allegro

II. Romanze 

III. Scherzino

IV. Intermezzo

V. Finale

J. Brahms (1833 – 1897)

Variazioni e Fuga su un tema di Handel op. 24 

Interprete fantasiosa ed elettrizzante, Zee Zee – nome d’arte di Zhang Zuo –, è tra le stelle della nuova generazione di pianisti. Descritta come “piena di entusiasmo e fascino, raggiante di giovinezza” (Chinese Gramophone), la sua maturità creativa è stata accolta come “una rappresentazione potente, appassionata e convincente della pura arte” (Los Angeles Times). Nelle recenti stagioni si è esibita, tra le altre, con la BBC Symphony, la Estonian National Symphony, la Warsaw Philharmonic, la Macedonian Philarmonic, la Los Angeles Philharmonic, la Hong Kong Philharmonic. Con la Shanghai Symphony Orchestra ha interpretato il ciclo completo di concerti per pianoforte di Beethoven e di Saint-Saëns. Ha già suonato nelle più importanti sale da concerto di tutto il mondo, dal Kennedy Center di Washington DC al Lincoln Center di New York, dalla Wigmore Hall di Londra al De Doelen di Rotterdam. Zee Zee ha iniziato la sua formazione musicale in Germania all’età di cinque anni. Tornata nella nativa Cina, diventa una delle giovani artiste più ricercate della nazione, collaborando con le principali orchestre cinesi, con le quali mantiene uno stretto legame. Dopo aver completato i suoi studi di pianoforte con Dan Zhao Yi alla Shenzhen Arts School, è stata invitata a perfezionare la sua formazione artistica sotto la guida di Nelita True alla Eastman School of Music e Yoheved Kaplinsky e Robert McDonald alla Juilliard School, dove ha vinto l’ambito premio Petschek Piano Award. Appassionata musicista da camera, si esibisce regolarmente anche con lo ZEN Trio, insieme alla violinista Esther Yoo e al violoncellista Narek Hakhnazaryan, con cui ha inciso il suo primo album per Deutsche Grammophon. Si esibirà a Trento per la prima volta, conquistando il pubblico con note di Schumann e Brahms, sulla tastiera di uno dei due Grancoda Steinway della Filarmonica.

Note al programma

Clara Schumann: brillante pianista, compositrice eccezionale e portavoce della musica del marito, Robert Schumann. Durante la sua carriera fece più di 1500 esibizioni e le sue composizioni furono, in vita, molto più conosciute di quelle del marito. Musa di due giganti del romanticismo (Schumann e Brahms), la sua eredità è immensa. La prima delle Tre Romanze, un sospirato Andante è la più graziosamente pianistica nel suo inquieto flusso di semicrome e funge da preludio alle altre due. La seconda è la più schumanniana. Quando Schumann la lesse, scrisse: “Non c’è niente da cambiare nella Romanza; deve rimanere esattamente com’è”. La terza è particolarmente fantasiosa, già le prime battute mostrano una notevole originalità, accuratamente strutturata e succintamente espressa.  

Durante la sua visita a Vienna Schumann compose diversi brani per pianoforte, tra cui il Faschingsschwank aus Wien (Festa di Carnevale da Vienna), un omaggio alla celebrazione del Mardi Gras: una festa che include musica, dramma, maschere e danza. Nel movimento d’apertura Schumann si prende la rivincita sul censore austriaco che proibì il canto della Marsigliese, facendo irrompere nel primo tema un patriota francese. La lamentosa Romanze è seguita da un brioso Scherzino. L’appassionato Intermezzo offre uno slancio melodico sopra un oscuro turbinio. Un esuberante Finale in forma di sonata chiude il lavoro.  

Le Variazioni di Brahms sul tema della Suite HWV 435 di Handel ne mantengono l’architettura, rivelandola capace di sostenere ispirazioni musicali che vanno dalla fantasticheria poetica a vitali manifestazioni di pianismo muscolare. In linea con la sua inclinazione conservatrice, Brahms non solo segue la tradizione nel passare al modo minore per molte delle sue variazioni, ma veste anche il suo tema con le sembianze di generi musicali del passato, molti dei quali popolari in epoca barocca: la siciliana (XIX), il canone (VI), la musette (XXII), e naturalmente la fuga finale. Brahms suonò quest’opera al suo primo concerto a Vienna, chissà cosa avrà pensato il pubblico della storica capitale di questo giovane musicista con singolare capigliatura e una conoscenza enciclopedica delle loro tradizioni musicali.  Alessandro Arnoldo 


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